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Tecnologia

Amazon e le false recensioni

Le recensioni online sono diventate una risorsa fondamentale per i consumatori nell'effettuare acquisti informati. Tuttavia, dietro a questa apparente fonte di informazioni attendibili si nascondono pratiche discutibili che minano l'integrità del processo di valutazione dei prodotti. Tra queste pratiche, vi sono strategie utilizzate da alcuni venditori per manipolare le recensioni al fine di influenzare le decisioni di acquisto dei consumatori.

Sebastiano Strano

Opinioni

Cannabis legale: ne vale la pena?

La cannabis è la sostanza stupefacente più utilizzata in Italia. Secondo il dipartimento delle Politiche Antidroga, si stima che negli ultimi dodici mesi il 14,6% degli italiani ne abbia fatto uso almeno una volta. Il responsabile dell’effetto stupefacente che la marijuana esercita sui nostri corpi si chiama THC. Essa è una sostanza psicotropa, capace cioè di modificare lo stato psico-fisico di un soggetto potendo agire su emozione, ricordi, attenzione, percezione, umore, coscienza, comportamento, abilità intellettive, capacità motorie. La concertazione del THC varia a seconda della parte della pianta di cannabis presa sotto esame: si stima che la concentrazione maggiore si abbia nei fiori (dal 10 al 27%) mentre è poco presente nelle foglie. In Italia la cannabis è legale solo a due condizioni: ad uso terapeutico se prescritta dal medico e nel suo formato light, nel caso cioè contenga una concentrazione di THC inferiore allo 0.6%. In passato ci sono state sentenze della cassazione che, con numerosi vincoli, hanno decretato non perseguibile la coltivazione della marijuana per usi personali. Nel mondo diversi paesi hanno scelto di legalizzare la cannabis per usi ricreativi, senza porre un limite alle concentrazioni di THC. Sicuramente a tutti sarà venuta in mente l’Olanda, caso a noi più vicino, unico fra i paesi dell’Unione Europea, ma devo purtroppo dirvi che sbagliate. In Olanda, nel corso degli anni 70, sono state perseguite delle politiche di tolleranza nei confronti delle droghe leggere, come marijuana e funghi allucinogeni, che hanno preso il nome di “gedoogbeleid”. Queste politiche hanno liberalizzato la vendita di cannabis a scopo ricreativo ai maggiori di 18 anni solo per coffeshop autorizzati. Tuttavia, la produzione e la fornitura di sostanze stupefacenti rimane illegale secondo la legislazione olandese, il che crea un’ambiguità sulla conformità della catena di approvvigionamento. Un caso dove invece l’intera filiera della produzione di marijuana è stata completamente legalizzata è il Canada, dove dal 2018 il suo consumo per uso ricreativo è stato completamente depenalizzato. Spesso mi chiedo come mai ciò non avvenga pure in Italia. Parliamoci chiaro, la marijuana è una droga, crea forti dipendenze e nel caso di un consumo esagerato potrebbe portare a patologie psico-fisiche debilitanti, anche a lungo termine. Solo che questa descrizione è perfettamente aderente anche ad alcool e tabacco, che contrariamente alla marijuana sono legalmente commercializzate e portano nelle casse dell’erario circa 62 miliardi, includendo anche i proventi derivanti dal gioco d’azzardo. Perché quindi non legalizzare l’ennesimo vizio, dato e considerato che al giorno d’oggi procurarsi della marijuana è forse più facile che andare a fare la spesa, riducendo così i proventi della malavita, aumentando gli incassi dell’erario e permettendo alle persone che ne fanno uso di consumare un prodotto controllato e testato, la cui qualità può essere certificata da competenti laboratori. Io vi ho fatto la domanda, ora voglio lasciare a voi la risposta. Vi fornirò però nelle successive righe un po' di dati provenienti dai paesi dove l’uso ricreativo della cannabis è legale, in modo da darvi il maggior numero possibile di elementi affinché la vostra risposta sia per lo meno basata su elementi tangibili.

Sebastiano Strano

Storia

Breve storia della Palestina

Ho scritto questo articolo con l'obiettivo di fare chiarezza su tutti gli eventi avvenuti nel passato che ci hanno portato ai fatti di oggi, ad un conflitto israelo-palestinese che sembra non avere soluzione, se non con l'annientamento di una delle due parti. La società, la politica, gli opinionisti si schierano da una parte o dall’altra, senza però avere ben chiaro cosa stia succedendo oggi in Palestina e cosa sia successo nella storia di quella martoriata terra. Lo fanno soprattutto per ideologia, per proiettarsi sulla fazione che sentono più vicina ai propri ideali. Io personalmente non riesco ad accettare questa semplificazione. Credo fortemente che prima di definire chi siano gli aggrediti e chi gli aggressori bisogna avere una minima conoscenza dei fatti che si sono succeduti in quella terra che più popoli chiamano Santa, e che per questo è stata sempre teatro di sanguinose guerre che, anche oggi, non sembrano esaurirsi. Come disse Desmond Tutu “E' importante conoscere il passato non solo per comprendere il presente, ma anche per plasmare il futuro

Sebastiano Strano